“Nutri la capacità di sognare”

di Alessandra Stifanelli

Qualcosa di me:

Non mi è mai piaciuto pensare a me stessa come una persona che dedica tutto il proprio tempo a svolgere un lavoro qualsiasi…ho sempre pensato di dovere a me stessa qualcosa di più, che la vita meriti di essere vissuta diversamente, di dover fare qualcosa d’importante.

Sono sempre stata piena di idee, proggetti, ambizioni. Con il tempo, però, ho notato che questa capacità di credere e sognare, se non coltivata, va piano piano affievolendosi lasciando il posto al senso del dovere, ad un essere ligi a ciò che bisogna fare che è necessario per andare avanti, per “campare”…tutto inizia a basarsi solo sul “dover lavorare” e questo, purtroppo, si traduce nel fare un lavoro qualsiasi pur di sbarcare il lunario.

Sicuramente il lavoro permette all’uomo di vivere, permette di mettere in tavola da mangiare ma, non essendo noi solo il nostro corpo, abbiamo bisogno di altre tipologie di alimenti…quelli non materiali! I sogni, in questo senso, sono il più grande nutrimento per cuore e animo. Di conseguenza, sia lavorare, sia continuare a sognare è vitale.

Quello che accade, però, è che con il passare degli anni, per la tipologia di vita che conduciamo, si va perdendo questa capacità e rimane solo il Dovere; un senso del dovere verso un lavoro che pesa su di noi e che a tutti i costi sentiamo di dover preservare. Si diventa disillusi e ci si inizia ad adagiare; non si vede più tutto quello che si potrebbe fare e, purtroppo, questo diventa un grande limite per la vita dell’ essere umano. Dover vivere la maggior parte del proprio tempo in funzione di un lavoro “X” è svilente per la natura più profonda dell’uomo e la nostra vita non dovrebbe essere limitata a questo. 

Per questo motivo risulta necessario tenersi stretti la capacità di credere e sognare impegnandosi ad essere leggeri, a vedere oltre, ad immaginare! Anche se nella frenesia della quotidianità è difficile preservare questa nostra capacità ancestrale, vale la pena comunque provare. 

Uno tra gli esercizi che possiamo fare è creare un nostro spazio, prenderci del tempo da soli e speriementare la modalità a noi più congeniale che ci permette di continuare a essere in contatto con noi stessi, di pensare, scoprirci e sognare. Questa pratica ci può dare delle chiavi d’accesso al nostro mondo interiore permettendoci di conoscere la nostra parte più autentica, essenziale! Ciò è fondamentale per vivere bene, per essere all’interno di una relazione vera (sia con noi stessi che con gli altri) e per nutrire il nostro animo permettendogli di esprimersi. 

Potremmo, così, riuscire a trovare parti di noi che non conoscevamo, la nostra “missione” o passione, quello che realmente ci fa battere il cuore e che ci basta fare per sentirci vivi, autentici, sddisfatti e reali (non degli automi che vivono solo per lavorare).

Quando si è giovani si ha la smania di sognare, di fare. Questo da energia, coraggio, speranza, ci fa vivere in uno stato di ingenuità che ci fa vagare tra le varie prospettive. Crescendo c’è la necessità di concretizzare. Di scegliere una strada da perseguire (che possibilmente dovrebbe essere confacente con un nostro ideale). 

Quello che, quando si è giovani, potrebbe mancare è la giusta oculatezza per realizzare quello che più di tutto si sogna fare. È per questo che con la crescita e la maturità è importante mantenere la capacità di sognare ma avere anche la centratura, la pazienza, la forza e la dedizione di realizzare.

Questo è sicuramente tra i percorsi più difficili che l’essere umano e chiamato a realizzare ma è anche l’unico modo in cui può sentire di star vivendo una vita che vale: cercarsi, conoscersi e fare, di quello che ci appassiona, la sua attivtà principale.