“Lockdown come ricchezza personale”

di Alessandra Stifanelli

Pensieri nella chiusura del lock down:
“Tempi duri questi per chi si identifica unicamente nel proprio lavoro, per chi non ha nutrito la propria personalità, per chi pensa di essere solo ciò che fa.”

In questo periodo ci viene richiesto di comprendere che il lavoro non è e non deve essere l’unica componente delle nostre vite, l’unico aspetto considerato importante, noi siamo molto di più.

In periodi di crisi (sanitarie o sociali) la vita si riduce a ciò che è necessario, che è vitale o fondamentale, ad esempio: sicurezza, salute, relazioni interpersonali. Tutto quello che è creato dall’uomo, per l’uomo, che è frutto di una convenzione sociale o di un eredità culturale può diventare superfluo, non necessario.

Il lavoro, per come noi lo pensiamo (in termini di arrivismo e di scalate sociali), cessa di essere una priorità. Ci rendiamo conto invece di come abbia un’unica funzionalità: farci sopravvivere. Per questo motivo renderlo l’unica ragione di vita, l’unico desiderio a cui ambire o modalità in cui potersi realizzare fa perdere di vista ciò che ci caratterizza (realmente) come esseri umani. La natura, il mondo, la nostra realtà non contemplano necessariamente il lavoro esperito nei modi in cui l’uomo di oggi l’ha fatto diventare.

In questi tempi, la pandemia globale ci ha mostrato che dovermmo dare valore ad altri aspetti: il nostro animo, i modi in cui viviamo e come lo potremmo fare meglio, le persone, la natura intorno a noi. In poche parole acquisire una centratura diversa, basata su ciò che conta veramente.

Il periodo di lock down e di chiusura totale all’interno delle nostre case ci ha insegnato che dobbiamo impegnarci nel riscoprire le nostre capacità, le nostre passioni ma, soprattutto, ciò che più di ogni altra cosa ci contraddistingue come esseri umani: la nostra capacità di creare e immaginare.

Noi non siamo solo il lavoro che facciamo. Mai come in questa fase di stallo, se siamo abituati ad usare la totalità del nostro tempo e della nostra vita solo ed esclusivamente per lavorare, lo sentiamo.

Siamo davanti alla necessità di riscoprirci come uomini e donne con delle possibilità: la possibilità di avere interessi, gusti, passioni e caratteristiche personali. Ma anche persone che si possono sperimentare, re-inventarsi e inventare, ingegnarsi, giocare e pensare.

È importante lavorare, sì, però anche e soprattutto al nostro benessere personale. Crearci una ricchezza, sì, ma interiore; riscoprire il mondo che ci circonda, le persone con cui viviamo, ascoltarci e parlare.

Perché, infondo, quello che ci viene chiesto è solo di fermarci e scoprirci per quello che realmente siamo: Esseri Umani.